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L'Ex PM Che Chiede Di Lavorare Gratis Il Csm: Non Puoi

L’ex PM Ferdinando Pomarici si offre di formare i magistrati, ma il CSM rifiuta l’offerta.

Dal Corriere della Sera di Giovedì 21 Luglio 2016. Articolo di Luigi Ferrarella:

Pomarici: «Posso formare i magistrati» La replica: lo fa la Scuola, non chi è in pensione

Da quand’era andato in pensione a inizio 2016 dopo oltre 4o anni in magistratura — dai sequestri di persona alle Brigate Rosse, dall’omicidio Calabresi al processo ai vertici Cia e Sismi per il caso Abu Omar — l’ex procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici aveva continuato con una certa frequenza a fare capolino in Procura a Milano, ritenendo di poter continuare a dare una mano ai suoi colleghi dell’ultimo ufficio coordinato, quello dell’Esecuzione penale.

Tanto da domandare al Consiglio Superiore della Magistratura di essere autorizzato, a titolo gratuito e senza oneri previdenziali, a svolgere attività di formazione a favore di magistrati della Procura: «in analogia» con la norma dell’ordinamento giudiziario in base alla qua-le come viceprocuratori onorari nelle udienze dibattimentali sono delegabili «il personale in quiescenza da non più di 2 anni e che nei 5 anni precedenti abbia svolto le funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria, o i laureati in giurisprudenza che frequentano il se-condo anno della scuola biennale di specializzazione per le professioni legali».

A maggior ragione un magistrato in pensione, sembrava voler suggerire Pomarici.

Ma ieri il Csm, approvando all’unanimità la proposta del relatore della pratica Claudio Galoppi, gli ha detto no: perché «il magistrato in pensione si pone, rispetto alla realtà di un qualunque ufficio giudiziario, come un privato cittadino»; e soprattutto perché «un magistrato in pensione non può essere autorizzato a rive-stire il ruolo di “formatore” di magistrati ordinari», se non «solo nel contesto di iniziative e attività di formazione della Scuola Superiore della Magistratura, anche per il tramite della Rete dei formatori decentrati e in eventuale e possibile collaborazione istituzionale con il Csm». Commenta in serata Pomarici: «Si accusano i magistrati di lavorare poco, ne se ne trova uno che si rende disponibile a mettere gratuitamente la propria esperienza a beneficio dell’ufficio, e gli si risponde che non lo può fare. Prendo atto».

Per cominciare, il Csm trova «ragionevolmente dubbio che tra l’esercizio delle funzioni giudiziarie e l’attività di formazione possa configurarsi un rapporto di “similitudine” o di affinità “per materia”, considerata la sostanziale diversità delle due categorie funzionali, resa tra l’altro manifesta dalla possibilità che le attività formative possano essere in concreto esercitate da soggetti non magistrati (professori universitari, avvocati, esperti in materie extragiuridiche)».

Ma soprattutto il Csm rimarca che l’«analogia» non regge sia perché quella norma parla di personale di polizia giudiziaria e non di magistrati, sia perché la formazione è per legge materia della Scuola della Magistratura sulla base di linee programmatiche annuali del Csm, quindi «allo stato» non c’è spazio per «l’attribuzione, con carattere di stabilità, di incarichi di formazione a magistrati in pensione a livello locale». Cosa diversa resta la possibilità teorica per la Scuola della Magistratura o la Rete di formatori decentrati di «articolare specifici progetti nel contesto dei quali coinvolgere (come tutor o relatori o responsabili formativi) anche magistrati in pensione».

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